In Sicilia il prossimo Consiglio Nazionale ANDISU. Un appuntamento ricco di iniziative

L’appuntamento per il prossimo Consiglio Nazionale ANDISU è a Palermo, a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento Regionale, per il giorno 2 Luglio 2024. Ma per l’occasione gli ERSU siciliani, che hanno collaborato con ANDISU alla realizzazione dell’evento, hanno contribuito a una serie di iniziative collaterali che cominciano già nel pomeriggio di giorno 1 luglio. Andisu offre, così, ai convenuti a Palermo la possibilità di un importante momento di confronto, ma anche la possibilità di vivere un intenso momento culturale.

Giorno 1 luglio

Si inizia lunedì 1 luglio, alle ore 14:00 (con appuntamento davanti l’Ingresso monumentale), per la visita guidata della Cappella Palatina e Palazzo dei Normanni, grazie all’ausilio dello storico dell’arte messo a disposizione dalla Fondazione Federico II°.

Al termine della visita, alle ore 15,30 presso la Sala Mattarella, avrà inizio il Workshop “Diritto allo Studio: analisi e implicazioni del D. M. 481/2024”. Un importante momento, possibile grazie alla disponibilità del Ministero dell’Università, per fare il punto sul tema delle misure ministeriali in atto in tema di housing universitario. Saranno presenti: Antonio di Donato, Direttore della Direzione generale dell’Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del MUR; Manuela Manenti Commissario per l’housing universitario; Caterina Rizzi, Presidente della Commissione Tecnica di valutazione delle richieste di finanziamento; Alessio Pontillo, Dirigente Ministero dell’Università e della Ricerca.

Alle 18,30, poi, evento musicale a cura dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Mentre, presso i Giardini del Palazzo Reale, al termine dell’evento concertistico, avrà luogo la cena.

Giorno 2 luglio 

Si ritornerà a Palazzo dei Normanni la mattina successiva, martedì 2 luglio, per i lavori del Consiglio Nazionale, con inizio alle 9,30, presso la Sala Pio La Torre. Per le 10,40 è prevista la presentazione del progetto degli ERSU siciliani con FOMED, Fondazione italiana della Medicina digitale: “Diritto allo Studio, Diritto alla Salute”. Un progetto che mette al centro la prevenzione primaria in favore degli studenti universitari, attraverso le opportunità fornite oggi dalla medicina digitale che consente sia di monitorare gli studenti universitari con patologie, sia di effettuare azioni di screening per la prevenzione sanitaria sulla popolazione. Si proseguirà, quindi, con la trattazione dell’ordine del giorno del Consiglio Nazionale. 

Al termine della mattinata lunch presso il Loggiato Parlamentare.

E’ importante ricordare che per partecipare agli eventi delle due giornate  è obbligatoria la registrazione all’evento attraverso il link inviato dalla Segreteria Andisu nei giorni scorsi (è stato inviato anche all’elenco degli alberghi convenzionati per l’occasione)

Si ricorda, infine, che per l’accesso al Palazzo dei Normanni, in base al regolamento dell’Assemblea Regionale Siciliana, è obbligatorio per gli uomini indossare giacca e cravatta.

ANDISU sbarca su Linkedin

Andisu presente da giugno anche su LinkedIn. L’Associazione nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario ha aperto una sua pagina anche sul social network specializzato nello sviluppo e potenziamento dei contatti professionali e nella diffusione e condivisione di contenuti e avvisi dedicati al mondo del lavoro a 360°. 

Dopo Facebook e Instagram, è stato attivato un nuovo canale di comunicazione ufficiale nazionale per permettere agli enti dsu di restare costantemente in contatto e aggiornamento sulle iniziative, sugli accordi, sugli eventi organizzati a livello nazionale e internazionale dall’Associazione. 

La piattaforma sarà infatti dedicata, specialmente, al racconto delle partnership avviate, dei contatti stabiliti, non solo fra enti territoriali pubblici e pubblica amministrazione nazionale, ma anche con organismi transnazionali privati che svolgono attività simili a quelle portate avanti da ANDISU. 

Il fil rouge resterà sempre quello di cercare di valorizzare, attraverso l’innovazione e l’internazionalizzazione (resa possibile grazie alle occasioni di incontro e dibattito sugli strumenti a disposizione e sulle soluzioni da attuare), il diritto allo studio, per garantire ai capaci e meritevoli la prosecuzione della formazione, rimuovendo gli ostacoli laddove presenti e potenziando le capacità e skills della nuove generazioni, contribuendo di fatto al futuro sviluppo economico e sociale del paese. 

LinkedIn permette anche di restare aggiornati, anche come Associazione, sulle buone iniziative svolte dalla rete di chi si occupa di diritto allo studio. 

L’invito che lanciamo ai vari enti e organismi del diritto allo studio è quello di seguire e interagire con la pagina LinkedIn in modo da potenziare la rete di contatti e di scambi sulle best practices in termini di sostegno alla formazione. 

La pagina di ANDISU su LinkedIn è raggiungibile al seguente link: https://www.linkedin.com/company/andisu/ 

 

Guardia di Finanza e Università: nuova Intesa MUR-GDF contro truffe borse di studio

Si rafforza la collaborazione tra il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Guardia di Finanza contro le possibili frodi su assegnazioni indebite di borse di studio e alloggi universitari.

Oltre al rinnovo del Protocollo d’intesa, infatti, MUR e GdF hanno anche ampliato la collaborazione prevedendo nuove sinergie tra il personale e coinvolgendo anche gli Enti per il diritto allo studio.

A sottoscriverne i contenuti, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Sen. Anna Maria Bernini, e il Comandante Generale della Guardia di finanza, Gen. C.A. Andrea De Gennaro.

Alla firma era presente anche una delegazione nazionale dell’ANDISU, Associazione nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario capeggiata dal Presidente, Alessandro Ciro Sciretti.

Si consolida così una intesa finalizzata a sostenere l’azione di prevenzione e contrasto agli illeciti legati all’erogazione dei contributi nazionali destinati agli studenti in condizioni economiche svantaggiate o meritevoli.

La collaborazione troverà concreta attuazione in costanti scambi informativi che permetteranno alla Componente speciale della Guardia di Finanza di approfondire dati, notizie e altre informazioni qualificate, sviluppare progetti operativi e attivare i Reparti territoriali del Corpo per l’esecuzione di riscontri investigativi “sul campo”.

Il partenariato si arricchisce, infatti, di una nuova linea di collaborazione volta a potenziare il presidio a tutela della corretta erogazione di borse di studio e di sussidi universitari. Il nuovo progetto si fonda su un “modello di protocollo” predisposto e condiviso a livello centrale, che troverà formalizzazione in accordi a livello locale tra tutti i Comandi Regionali della Guardia di Finanza e gli organismi per il Diritto allo Studio Universitario.

L’obiettivo è, dunque, quello di garantire l’accesso ai sussidi universitari agli studenti meritevoli che rappresentano un investimento fondamentale per il futuro del nostro Paese e tutelare le ingenti risorse destinate al diritto allo studio. L’accordo contempla anche iniziative di accrescimento professionale del personale di entrambe le Istituzioni, prevedendo la possibilità di organizzare momenti di confronto finalizzati allo scambio di best practice.

Il Consiglio Nazionale si riunisce a Palermo, l’annuncio del Presidente

Come ho avuto più volte modo di osservare abbiamo la fortuna di vivere in un Paese in cui il diritto allo studio è un diritto costituzionale. Ma spetta a tutti noi insieme lavorare per la piena attuazione di questo diritto. 

Gli impegni delle ultime settimane, che mi hanno portato a incontrare e confrontarmi con colleghi di varie regioni, sono state occasioni per riscoprire e riaffermare l’importanza del fare rete. Tra di noi, in primis: tra Andisu e gli enti ed organismi per il diritto allo studio che associa, ma anche con il mondo delle istituzioni locali e con il Ministero dell’Università e Ricerca. 

Abbiamo davanti a noi delle sfide estremamente importanti e serve collaborazione tra tutte le parti coinvolte per raggiungere gli obiettivi comuni. L’anno accademico è infatti avviato alla sua conclusione, ma sappiamo bene che dopo la pausa estiva ci troveremo a fare fronte a una popolazione studentesca che sempre più si rivolge al mondo del diritto allo studio chiedendo servizi. Insieme al tema delle borse di studio su cui siamo quotidianamente impegnati, bisognerà tenere conto delle esigenze abitative degli studenti e studentesse universitari, sia per quel che riguarda i borsisti, meritevoli e privi di mezzi, sia per i posti letto a libero mercato. Un lavoro che ci deve vedere cooperare con gli enti locali, con i privati e con il Mur che ha pubblicato un bando che servirà a realizzare 60.000 nuovi posti letto entro giugno 2026. Un obiettivo ambizioso e sfidante, che potrà davvero incidere sulla competitività del nostro sistema con una crescita importante dell’offerta. 

Un esempio, dunque, di come fare rete è sempre più importante e necessario. Anche per questo vi annuncio che lunedì 1 e martedì 2 luglio si svolgerà a Palermo il Consiglio Nazionale che riunirà i 39 organismi italiani del diritto allo studio. Un’occasione per confrontarci sui temi che ci toccheranno da vicino nel prossimo futuro. Un’occasione per fare rete! 

Promuovere la creazione di un sistema di cooperazione tra la KOSAF e ANDISU, siglato l’accordo

Comunicato stampa della Korea Scholarship Foundation: 

La Korea Scholarship Foundation (presidente Bae Byeong-il) ha firmato un accordo commerciale con l’Associazione nazionale italiana di sostegno accademico (ANDISU) all’evento tenutosi all’EXCO di Daegu giovedì maggio 23 sostenendo la cooperazione tra i due paesi. Le due associazioni hanno promesso di collaborare tra loro per sostenere gli studenti.

Al vertice globale dell’Associazione internazionale per gli affari e i servizi studenteschi (IASAS) del 2024, co-ospitato dalla Korea Student Aid Foundation (IASAS), hanno partecipato all’evento la Korea Student Aid Foundation e oltre 200 esperti di istruzione superiore provenienti da oltre 40 paesi. Abbiamo fornito un luogo per condividere le migliori pratiche nell’istruzione superiore e discutere la direzione del sostegno agli studenti e, in questo processo, abbiamo deciso di stabilire un sistema di cooperazione a lungo termine con l’Associazione Nazionale Italiana di Sostegno Accademico (ANDISU), inclusa la formazione di un rete umana per la cooperazione internazionale e la cooperazione nello scambio di informazioni correlate Abbiamo concordato e firmato questo accordo.

I capi di entrambe le istituzioni hanno proposto lo scambio di informazioni relative all’istruzione superiore, la condivisione delle politiche, la ricerca congiunta sul sostegno agli studenti e la costruzione di una rete umana a lungo termine e hanno concordato di promuovere attivamente i contenuti del relativo accordo.

La Korea Scholarship Foundation e l’Associazione Nazionale Italiana di Sostegno Accademico (ANDISU) hanno deciso di condividere le migliori pratiche come borse di studio, prestiti e dormitori di entrambe le organizzazioni, e amplieranno gradualmente l’ambito della cooperazione in futuro per fornire opportunità ai professionisti del supporto agli studenti per scambiare con l’altro Stiamo progettando di farcela.

La Korea Scholarship Foundation e l’Associazione Nazionale Italiana di Sostegno Accademico (ANDISU) hanno deciso di condividere le migliori pratiche come borse di studio, prestiti e dormitori di entrambe le organizzazioni, e amplieranno gradualmente l’ambito della cooperazione in futuro per fornire opportunità di sostegno agli studenti professionisti da scambiare tra loro. 

Bae Byeong-il, presidente della Korea Scholarship Foundation, ha dichiarato: “Il vertice globale dell’International Student Services Association (IASAS) del 2024, che si è tenuto principalmente negli Stati Uniti e in Europa, si è tenuto in Corea per la prima volta tra i paesi asiatici, con il maggior numero di membri presenti a qualsiasi evento nella storia e circa 80 programmi di sostegno agli studenti. È significativo che vengano annunciati i casi migliori. KOSAF ha punti di forza nelle borse di studio, nei dormitori, nel welfare studentesco, continueremo ad espandere il sistema di sostegno studentesco nazionale in futuro attraverso la cooperazione reciproca e sforzi congiunti”. “Mi aspetto che porterà molti progressi”, ha detto .

A questo proposito, Alessandro Ciro Sciretti, presidente di ANDISU, ha dichiarato: “Sono rimasto profondamente colpito dalle eccellenti capacità IT e dal know-how della Korea Scholarship Foundation in materia di borse di studio e prestiti agli studenti. Nessuno sforzo per garantire che l’Associazione attui praticamente l’accordo”, ha affermato.

Nel frattempo, nel 2018, la Korea Scholarship Foundation ha anche firmato un accordo di cooperazione educativa con l’Organizzazione francese di sostegno agli studenti (CNOUS) e l’Organizzazione tedesca di sostegno agli studenti (DSW).

Erasmus italiano, una nuova occasione per gli studenti universitari

Era stato annunciato dal Ministero dell’Università e Ricerca e dal prossimo anno scolastico sarà un’opportunità per gli studenti universitari: l’Erasmus Italiano.

L’iniziativa partirà nel prossimo autunno e consentirà di usufruire di percorsi didattici e formativi in altre università italiane, rispetto a quelle in cui si è iscritti. Una nuova frontiera per la formazione e mobilità del nostro paese.

A presentare il progetto, giovedì 9 maggio, presso lo stand di Edisu Piemonte al Salone Internazionale del Libro a Torino, è stato il Dirigente del Mur, il Dottor Paolo Sciascia, accompagnato dal Presidente di ANDISU, Alessandro Ciro Sciretti, che ha dato informazioni al pubblico sul supporto e l’organizzazione- che garantiranno la buona riuscita del progetto-  messa in campo dagli enti del diritto allo studio.

Nella cornice culturale di una delle manifestazioni nel campo dell’editoria più attese e seguite d’Italia, il Ministero ha illustrato le linee guida di questo nuovo percorso di mobilità nazionale e ha risposto alle domande sollevate dai giovani presenti allo stand e dagli studenti collegati alle dirette social organizzate da ANDISU ed Edisu Piemonte.

Un incontro per raccogliere richieste, curiosità e riflettere insieme sull’opportunità futura presentata dal Ministero.

A presentare il progetto il Dottor Paolo Sciascia, Dirigente del MUR:Si tratta di una nuova opportunità di mobilità: fare esperienza in una Università diversa del territorio rispetto a quella nella quale ci si è iscritti. Lo studente può fare gli esami in un’altra Università e vedersi riconosciuti i crediti nella propria Università d’origine. Si può attivare sia per le lauree triennali che per quelle magistrali. Si tratta della prima applicazione di uno strumento che nasce da una riforma del DM 270 che ha previsto che le Università possano stipulare delle Convenzioni fra di loro e riconoscersi le attività formative fatte in un’altra Università. Questa riforma del 2023 ha modificato il decreto ministeriale e poi la legge di bilancio ha stanziato 3 milioni di euro per quest’anno e 7 nel prossimo anno per finanziare le borse di studio per gli studenti interessati a questo programma di mobilità”.

 

Sulle modalità di esecuzione, il Dirigente ha aggiunto: “L’importo della borsa di studio verrà decisa dalle singole Università e dalle loro Convenzioni singole. Abbiamo fissato un importo massimo della borsa di studio di 1000 euro al mese. Non è escluso che l’Erasmus possa funzionare anche fra Regioni vicine e se le spese per lo studente quindi saranno minori sarà l’Università a stabilire l’importo.

Il MUR non indica un minimo di finanziamenti da erogare ai vincitori delle borse di studio, ma un massimo da distribuire fra le Università. Primo passaggio: verranno pubblicati i bandi dalle Università che si occuperanno della selezione degli studenti e diranno quanti verranno selezionati”.

Sulle tempistiche dell’avvio, Sciascia ha spiegato: “Entro settembre le Università ci dovranno dire quanti sono gli studenti selezionati. Prima ci saranno i bandi delle Università, la raccolta delle domande e la selezione degli studenti. A quel punto assegneremo le risorse entro novembre e già potranno partire i programmi. Come Ministero stiamo dando tutte le informazioni, sul sito trovate già una sezione sull’Erasmus italiano e poi metteremo le varie Convenzioni delle Università per capire quali hanno aderito al programma”.

Alcuni esempi di mobilità interna in Italia già ci sono stati e sono virtuosi: per esempio l’Università di Bergamo permise questo percorso di mobilità agli studenti dell’Università della Calabria. A tal proposito il Dirigente MUR ha aggiunto: “Confidiamo in una maggiore diffusione dello spostamento degli studenti grazie all’incentivo economico. Siamo ancora in una fase sperimentale, ma per ora sta andando bene perché stiamo raccogliendo interesse da parte delle Università e vedremo quante Convenzioni saranno sottoscritte. La buona riuscita di questo strumento e il messaggio che culturalmente passerà è importante. Il Pnrr chiede flessibilità e interdisciplinarità dei corsi di studio e questo è un tassello in più”.

 A intervenire durante la presentazione è stato anche il Presidente di ANDISU, Alessandro Ciro Sciretti, che ha raccontato in che modo l’attività del diritto allo studio si inserisce in questo progetto, ricordando gli obiettivi e la funzionalità dell’Associazione: “Il sistema del diritto allo studio è un pezzo essenziale dell’Alta Formazione del nostro paese ed è contenuto anche nella nostra Costituzione. Il nostro paese delega alle Regioni questo compito tramite gli organismi dsu, ogni Regione ha una sua struttura differente (in alcune ci sono più enti presenti, in altre sono gli Atenei a svolgere il servizio), ma tutte queste realtà stanno insieme all’interno dell’associazione nazionale ANDISU. Fare diritto allo studio vuol incidere anche sulla qualità della vita delle studentesse e degli studenti, offrendo degli strumenti ulteriori anche al di fuori delle lezioni universitarie”.

Su come contribuirà ANDISU nel progetto: “Sono felice di questo progetto del Ministero perché è un’occasione straordinaria, stiamo traslando un’ottima opportunità europea all’interno del sistema nazionale. I vari sistemi universitari del nostro paese offrono ottimi servizi formativi e culturali e credo che quindi l’esperienza dell’Erasmus nazionale sia un’ottima opportunità. Da Presidente nazionale sto conoscendo i vari servizi straordinari messi in campo dai vari enti regionali e vorrei che molti vivessero questa esperienza”.

 

Sul supporto che verrà dato dagli enti del diritto allo studio, Sciretti ha aggiunto: “Come nell’Erasmus europeo gli enti dsu gestiscono e hanno un ruolo essenziale in uscita e in entrata grazie anche ai bandi di mobilità così sarà per l’Erasmus italiano. Sarà fondamentale, in una dinamica di scambio di esperienze fra Atenei italiani, mettere a disposizione i servizi del dsu come le residenze, le mense, ma anche i servizi sportivi e culturali. Gli enti dsu non saranno solo utili, ma saranno parte dello sviluppo strategico del percorso. Questa integrazione fra realtà universitarie diverse gioverà molto anche in vista del problema dell “’inverno demografico”: entro un paio d’anni diminuirà infatti la quota dei 19enni e quindi degli iscritti all’Università. Il progetto rappresenta l’occasione per far conoscere le varie eccellenze universitarie territoriali e tutto ciò si può fare anche attraverso il diritto allo studio. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la percentuale di studenti universitarie e questo si può fare promuovendo le eccellenze universitarie italiane e i servizi del diritto allo studio. Abbiamo un sistema degli enti che è molto dinamico ed è pronto ad adattarsi a questa novità”.

 

 A proposito di novità, nel dettaglio potranno usufruire all’Erasmus nazionale chi ha un ISEE inferiore ai 36000 euro ma per quanto riguarda i criteri- fra i quali il numero di esami sostenuti- saranno le varie Università a stabilirli.

 

L’Erasmus italiano consentirà un minimo di 3 e un massimo di 6 mesi di mobilità. Una nuova frontiera di crescita professionale e personale. 

 

Gestione mense universitarie: nuovi orizzonti per la ristorazione del futuro

Nel pomeriggio, focus group sul mondo della ristorazione sostenibile nell’ambito della tavola rotonda moderata da Gabriele Verza, segretario generale di Andisu; un confronto virtuoso tra i soggetti che si occupano della gestione delle mense universitarie su tutto il territorio nazionale.

Obiettivo del workshop conclusivo è stato mettere a confronto le esperienze positive nella gestione delle mense universitarie e avviare un confronto su politiche condivise per affrontare e risolvere le criticità rilevate al fine di offrire spunti di riflessione al gruppo di lavoro nazionale sulla ristorazione universitaria sostenibile.

Da nord a sud, le voci dei vari enti per il diritto allo studio hanno rappresentato lo stato dell’arte nelle mense universitarie fotografando la realtà attuale in relazione al parametro della sostenibilità e tracciando nuovi orizzonti per la ristorazione del futuro.

Grazie alle esperienze rappresentate dai vari enti, è stata posta l’attenzione su un importante indicatore, ovvero quello relativo alla valutazione della sostenibilità alimentare e ambientale partendo dalla rilevazione dell’impatto positivo che viene prodotto da un menu vegetale a confronto con quello con prevalenza di elementi animali. Il menu vegetale, infatti, produce un indotto positivamente rilevabile sia in termini di impatto nutrizionale che rispetto al parametro ambientale, con una produzione di rifiuti decisamente inferiore.

Altre buoni prassi da promuovere sono quelle della costituzione di laboratori alimentari sostenibili in collaborazione con ricercatori del settore con predisposizione di tool kit e linee guida, nonché il superamento del concetto di vassoio tradizionale attraverso la predisposizione di menu flessibili a punti da quantificare in relazione al peso degli alimenti e con applicazione di prezzi e sconti progressivi in base all’Isee degli studenti, in coerenza anche con l’obiettivo del contrasto allo spreco alimentale.

La maggiore criticità emersa è quella relativa ai costi per realizzare mense universitarie completamente sostenibili: il prodotto biologico ha decisamente un costo maggiore e, per tale ragione, sarebbe importante e auspicabile favorire supporti economici a sostegno delle mense green con un’attenzione maggiore ai costi e all’offerta alimentare, da implementare anche grazie al supporto di nutrizionisti ed esperti.

Altra necessità rilevata, per incidere su una gestione alimentare e ambientale sostenibile delle mense universitarie, è quella di continuare a promuovere attività di sensibilizzazione e informazione con il coinvolgimento attivo delle aziende della ristorazione, degli organismi per il diritto allo studio e, soprattutto, degli studenti, attori principali di un cambiamento che passa anche da scelte alimentari quotidiane, consapevoli e sostenibili.

A conclusione dei lavori, è intervenuto il Presidente del DSU Toscana, Marco Del Medico, che ha evidenziato l’importanza della condivisione di esperienze e buoni prassi nel mondo della ristorazione universitaria su cui è essenziale continuare a lavorare insieme per la promozione di una cultura alimentare e ambientale sostenibile.

“Ma Che Cavolo!” la ristorazione universitaria verso un futuro di sostenibilità, flessibilità e semplicità

Si è tenuto il 17 maggio, a Firenze, l’evento nazionale organizzato da ANDISU e DSU Toscana sulla ristorazione sostenibile. Nel corso della mattinata, presso l’Auditorium Sant’Apollonia, ricercatori, esperti e operatori del settore si sono incontrati per discutere di politiche green in ambito universitario: a “Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente” hanno partecipato rappresentanti degli organismi per il Diritto allo Studio Universitario di tutta Italia, delle Università, RUS e di associazioni che operano nell’ambito della “sostenibilità”.

Durante la giornata nazionale si sono confrontate varie esperienze del settore per valutare quanto sia rilevante l’impatto dei processi di produzione ed erogazione dei pasti nelle mense universitarie sull’ambiente e quanto un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari, con un consumo maggiore di alimenti vegetali, possa contribuire a contenere i mutamenti climatici.

Ad aprire l’incontro è stato il Presidente di ANDISU, Alessandro Ciro Sciretti: “Ringrazio il DSU Toscana per aver voluto proporre un percorso che molti associati ANDISU portano avanti da tempo. La ristorazione sostenibile e il sistema del diritto allo studio universitario può e deve impattare sui cambiamenti del futuro. Il diritto allo studio ha effetto sulla vita di tutti i giorni. Ringrazio il Presidente di ANDISU mio predecessore, Alessio Pontillo, per il lavoro svolto e il Ministero dell’Università per l’azione di sostegno del DSU in Italia. Quanto al catering universitario, bisogna considerare le azioni sostenibili per ridurre l’impatto ambientale del sistema di ristorazione collettiva. Desideriamo sensibilizzare gli utenti verso buone pratiche che possano avere un impatto positivo e di prospettiva”.

Marco Del Medico, Presidente del DSU Toscana, nel suo intervento è partito dall’articolo della Costituzione dedicato al diritto allo studio, passando poi all’importanza che quest’ultimo può rivestire anche in termini di contrasto al cambiamento climatico: “Come DSU Toscana, per ridurre il cambiamento climatico, siamo intervenuti con gesti tendenti al green come la riduzione della plastica nelle mense e negli alloggi, sul menù della ristorazione aumentando le opzioni vegane e riducendo la quantità di carni rosse presenti, sul recupero degli avanzi tramite partnership con enti del terzo settore. Le nostre azioni devono supportare e guidare i nostri ragazzi verso un futuro sostenibile. Noi come ente possiamo dare l’esempio con una funzione educativa. Dobbiamo lavorare per creare un sistema virtuoso. Siamo stati riconosciuti con premi nazionali in tema di sostenibilità come il Compraverde Buygreen 2024, (sezione Mensa Verde 2024), dopo aver ricevuto l’anno scorso la menzione speciale dalla stessa organizzazione che si occupa delle politiche, i progetti, i beni e i servizi di Green Procurement, pubblico e privato. Agire sulla sostenibilità rappresenta un dovere da perseguire con azioni concrete, mettendo a confronto le esperienze positive e trovando soluzioni che possono aiutare il processo di transizione”.

Enrico Carpitelli, Direttore Generale DSU Toscana, ha ribadito il continuo impegno dell’ente per le politiche sostenibili: “La ristorazione è sempre stata presa sul serio in Toscana, per una questione di salute, ma anche per l’impatto ambientale”.

A moderare la prima parte della giornata è stato il giornalista de “La Repubblica”, Antonino Palumbo, che ha presentato i vari esperti del settore e le loro proposte e studi sul settore.

Alessandro Galli, Direttore del programma Mediterraneo Global Footprint Network, partendo da una panoramica sulle risorse naturali presenti a livello globale, ha illustrato come, all’interno del contesto universitario, si possano adottare strumenti più sostenibili: “La nostra economia è definita oggi “da mondo pieno” dato che i consumi sono aumentati così come la popolazione. Il nostro impatto sul pianeta è estremamente cambiato ed è stato innescato un circolo vizioso alterando il clima. L’università è un attore fondamentale nell’insegnare ai giovani la transizione verso scelte più sostenibili. Abbiamo lavorato qualche tempo fa con l’Università di Siena per adattare pratiche più green tra le quali il calcolatore dell’impronta ecologica dell’Università che ci ha permesso di vedere quali sono le attività quotidiane che impattano di più sull’ambiente. Era emerso subito il forte peso dell’alimentazione. Con il calcolatore abbiamo misurato l’impatto e abbiamo potuto creare un documento su come agire con varie raccomandazioni. Molte pratiche sono già in atto presso il DSU Toscana, fra queste l’inserimento di pasti vegetariani e pasti vegani che aiutano a ridurre l’impatto ecologico del 40%”.

Federica Laudisa, Ricercatrice IRES Piemonte, ha elencato dati e trend sugli studenti che frequentano le mense in Italia. Il trend è quasi stabile da oltre 20 anni: circa 21 milioni di pasti all’anno erogati ogni anno. La ricercatrice ha poi esposto il rapporto e le differenze con gli altri paesi europei sul numero di punti ristoro e sul numero delle erogazione dei pasti. In conclusione ha svolto una riflessione sulle opportunità offerte dal Pnrr e su un aspetto che potrebbe essere potenziato a favore della sostenibilità ambientale: “Il Pnrr forse poteva investire anche sulla ristrutturazione delle mense in termini più sostenibili, mettendo in rete le esperienze virtuose”.

Il rapporto fra istituzioni e studenti è stato analizzato dalla R.U.S dell’Università di Torino con il Prof. Egidio Dansero e la Prof.ssa Nadia Tecco. La RUS si è occupata della mappatura degli Atenei italiani e la redazione di un vademecum sugli esempi virtuosi in termini di consumo e distribuzione dei pasti. Il cavolo (da qui la decisione anche di intitolare l’evento alla pianta) è stato utilizzato come metafora perché ogni foglia rappresenta i vari livelli di chi si occupa di sostenibilità in termini di ristorazione. La Rus ha poi effettuato un’indagine sulle conoscenze alimentari delle popolazioni universitarie. Al questionario hanno partecipato circa 11mila persone con età media di 24 anni. La difficoltà che emerge dai dati è tradurre il nesso che c’è fra comportamento alimentari virtuosi ed effetti sull’ambiente. L’Università deve promuovere un’alfabetizzazione alimentare.

Il Prof. Franco Fassio, progettista per lo sviluppo sostenibile all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cn), ha illustrato nel suo intervento la centralità del cuoco presente in due progetti europei da lui coordinati fra cui il progetto “Life Foster”: “Dobbiamo insieme implementare un nuovo paradigma culturale per guidarci verso la transizione ecologica. L’obiettivo dell’Ateneo di Pollenzo è proprio condividere buone pratiche sul food system grazie anche allo slow food. Il primo terreno da battere è quello di un approccio sistemico a livello di ristorazione universitaria. La sfida del food system è rivoluzionare il modello produttivo offrendo uno spazio etico. I cuochi hanno un ruolo da educatori in questo sistema. Apprendimento attivo ed esposizione al nuovo pasto sono fra le strategie più vincenti a livello europeo”.

Matteo Vittuari dell’Università di Bologna del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari ha effettuato uno studio sugli interventi e strumenti della sostenibilità nella ristorazione universitaria e su come progettare modelli più green. L’approccio utilizzato è quello del food system e quindi la connessione fra persone e territori, cercando di portare avanti interventi con un approccio multi attore che coinvolge le Università, gli enti dsu del territorio (in questo caso ERGO Emilia Romagna), il personale scolastico, gli enti regionali e gli operatori privati come le singole aziende di ristorazione. Il lavoro portato avanti è di valutazione integrata dell’impatto, con strumenti di economia comportamentale e approcci partecipativi. Il primo approccio è quello legato alle motivazioni (framework MOA). Altro strumento utilizzato è quello del life cycle thinking. Fra i progetti importanti portati avanti negli ultimi anni con la Regione Emilia Romagna c’è l’intervento effettuato in 26 scuole primarie del territorio dove è stato invertito l’ordine del pasto mettendo come prima portata il contorno e quindi le verdure prima della pasta e delle proteine, per analizzare se questa inversione potesse aiutare a ridurre lo spreco alimentare di alimenti green e contribuire a diete più salutari. Dalle mense scolastiche si è poi passati alle mense universitarie con un approccio interdisciplinare.

Valentina Taglietti, Food Policy specialist di MenoPerPiù, ha parlato invece di formazione e dell’importanza di condividere il percorso con gli stakeholder. L’esperta è partita dallo studio sui consumi alimentari in Italia: nel 2023 si è consumato, nella fascia d’età 18-25 anni, 150gr di carne al giorno e 10 gr di legumi al giorno, un dato che ci fa riflettere sulla lontananza dalla transizione ecologica. L’invito è quello di influenzare in modo sostenibile le nuove generazioni. Nel 2023 il 55% delle mense universitarie italiane non ha un secondo piatto a base totalmente vegetale. La dottoressa Taglietti ha presentato anche alcuni modelli europei basati su incentivi economici (minor costo dei prodotti vegetali) e sulla visibilità delle alternative alimentari (a partire dal nome da dare ai piatti) per dimezzare la presenza delle proteine animali nei piatti.

Ristorazione sostenibile, le parole del Presidente Sciretti: “Al via la rete nazionale di collaborazione fra enti dsu”

Il convegno dello scorso 17 maggio a Firenze, “Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente” è stata una importante occasione per confrontarci su un tema che sarà centrale nel prossimo futuro: quello della sostenibilità delle nostre mense.

Ci tengo dunque, per prima cosa, a ringraziare tutte e tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione della giornata e quanti hanno partecipato in presenza o da remoto all’evento.

Ogni giorno sono oltre due milioni gli utenti delle mense universitarie nel territorio nazionale. E in linea con un crescente numero di domande di servizi da parte della popolazione studentesca possiamo immaginare che anche i dati di chi usufruisce delle nostre mense è destinato ad aumentare. Interrogarci sul ruolo che i servizi di ristorazione degli Enti del Diritto allo studio possono avere per uno sviluppo sostenibile è dunque doveroso e necessario.

Quello della transizione ecologica e della sostenibilità deve essere un obiettivo concreto anche nella ristorazione universitaria che ad esempio favorendo scelte alimentari più consapevoli e green può contribuire a produrre meno Co2. Servono però gli strumenti adatti per poter operare con cognizione di causa. Ecco perchè la giornata di Firenze è stata anche l’occasione per dare il via alla creazione di una rete nazionale di collaborazione con un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da esperti in ruolo negli enti regionali per il diritto allo studio, incaricato di redigere un documento che definisca le regole da adottare in tutte le mense universitarie d’Italia.

Un percorso e un impegno che vogliamo condividere con tutti voi, perchè compito del diritto allo studio è anche quelli di contribuire a disegnare un mondo migliore.

Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente”

Ricercatori ed operatori del settore si sono incontrati oggi a Firenze per discutere sul tema della sostenibilità nella ristorazione universitaria in occasione del convegno “Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente” svoltosi nell’Auditorium di Santa Apollonia e promosso dall’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana e l’Associazione Nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario (ANDISU), al quale hanno partecipato rappresentanti degli enti per il Diritto allo Studio Universitario di tutta Italia, delle Università, RUS e di associazioni che operano nell’ambito della “sostenibilità”.

Durante la giornata si sono confrontate varie esperienze del settore per valutare quanto sia rilevante l’impatto dei processi di produzione ed erogazione dei pasti nelle mense universitarie sull’ambiente e quanto possa contribuire a contenere i mutamenti climatici un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari con un consumo maggiore di alimenti vegetali.

Con un bacino di utenza giornaliero di oltre due milioni tra studenti, docenti, personale tecnico e amministrativo, le mense universitarie italiane possono dare una mano a ridurre l’effetto che un certo modo di consumare il cibo ha sull’ecosistema.

Dagli interventi è emerso che l’introduzione di un’alternativa 100% vegetale tra i primi e i secondi piatti, l’eliminazione dei derivati animali dai contorni può portare ad un risparmio di 1.2 kg CO2 eq. per ogni utente. Considerato che in Italia sono erogati mediamente ogni anno circa 21 milioni di pasti a studenti universitari, un intervento congiunto sul territorio nazionale che applicasse coraggiosamente questi criteri nella propria offerta alimentare porterebbe ad una riduzione di circa 25.000 tonnellate di CO2 equivalenti alle emissioni di circa 5.000 viaggi in auto da Roma a Copenhagen. Purtroppo dai dati nazionali presentati solo una mensa universitaria su due in Italia offre la possibilità di consumare nei menù un secondo a base vegetale, quando è scientificamente provato che per ridurre le emissioni del 4,7% all’anno deve essere dimezzato il consumo di proteine animali entro il 2050.

Da questo punto di vista la Toscana si sta dimostrando all’avanguardia sugli investimenti nel settore nell’ottica della transizione ecologica con un approccio sistemico dell’Azienda DSU nell’elaborazione dei menù e nella somministrazione, con apprezzamenti a livello nazionale. Il DSU Toscana ha infatti ottenuto proprio ieri a Roma il premio Compraverde Buygreen 2024, sezione Mensa Verde 2024, dopo aver ricevuto l’anno scorso la menzione speciale dalla stessa organizzazione che si occupa delle politiche, i progetti, i beni e i servizi di Green Procurement, pubblico e privato. Non da meno è stato ad inizio 2024 le prime tre posizioni raggiunte da alcune mense del DSU Toscana nel Ranking della ristorazione universitaria in Italia report Mense per il Clima – promosso dall’associazione Essere Animali che hanno permesso all’Azienda DSU Toscana di essere classificata in fascia A tra quelle più virtuose.

L’evento è quindi stato organizzato con l’intento di far conoscere ai rappresentanti degli enti per il Diritto allo Studio presenti a Firenze buone pratiche e individuare regole condivise per la gestione dell’intero processo di erogazione dei pasti. Gli interventi mattutini moderati dal giornalista Antonino Palumbo hanno fatto da cornice alla sessione di lavoro pomeridiana finalizzata all’istituzione di un gruppo di lavoro tecnico multidisciplinare incaricato di redigere le linee guida nazionali: dalla redazione delle ricette al controllo degli appalti.

Il Presidente ANDISU Alessandro Ciro Sciretti ha aperto il convegno e fatto le conclusioni della sessione mattutina ribadendo che la destinazione futura non può che essere la transizione sostenibile anche nella ristorazione universitaria che impone la creazione di una rete nazionale di collaborazione con un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da esperti in ruolo negli enti regionali per il diritto allo studio, incaricato di redigere un documento che definisca le regole da adottare in tutte le mense universitarie d’Italia”

Ha fatto eco alle sue parole il Presidente del DSU Toscana Marco Del Medico convinto cheagire sulla sostenibilità non sia un vezzo e non possa essere solo propaganda vuota, è un dovere da perseguire con azioni concrete da attuare nei servizi erogati, mettendo a confronto le esperienze positive e trovando soluzioni che possono aiutare il processo di transizione”.